NAPOLInelCINEMA

Napoli è Cinema…fa Cinema…ispira il Cinema

FilmRecensioni

ARIAFERMA di Leonardo Di Costanzo con Silvio Orlando e Toni Servillo

condividi articolo

Ariaferma è la terza prova registica in un lungometraggio di finzione per il regista ischitano Leonardo Di Costanzo. Dopo aver lavorato sia in “L’intervallo” che ne “L’intrusa” con attori non professionisti o alle prima esperienza, in questo film si è affidato a due tra i migliori interpreti del Cinema italiano contemporaneo: gli attori napoletani Silvio Orlando e Toni Servillo

Girato a Sassari, Ariaferma è stato presentato alla 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è stato premiato con due David di Donatello, per il Migliore Attore Protagonista (Silvio Orlando) e la Migliore Sceneggiatura (Leonardo Di Costanzo, Valia Santella, Bruno Oliviero), e tre Globi d’Oro, bissando il riconoscimento all’interpretazione di Silvio Orlando, ricevendo quello alla regia di Leonardo Di Costanzo oltre ad essere decretato Miglior Film.

Come nelle opere precedenti anche in Ariaferma Di Costanzo ci racconta una storia che si svolge in una situazione di cattività, stavolta in un carcere che sta per essere dismesso. Ma non è una pellicola sul mondo carcerario, è “una riflessione sulla colpa, sulla pena“, sull’umanità, “sull’assurdità del carcere“, sulla sua utilità per come oggi è concepito e strutturato in Italia e nella maggior parte dei paesi nel mondo.

La trama

Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione.

Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni.

In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.

ARIAFERMA nelle parole del regista Leonardo Di Costanzo

Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. 

Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento.

E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere.

Il produttore Carlo Cresto-Dina e il lavoro con Leonardo Di Costanzo

Lavoriamo con Leonardo Di Costanzo da diversi anni: dopo i documentari, dopo “L’intervallo” (Venezia 2013) e “L’intrusa” (Cannes, Quinzaine 2018), film costruiti con attori non professionisti attraverso un lungo lavoro di laboratorio e formazione, “Ariaferma” è stato scritto avendo a mente due grandi attori come Toni Servillo e Silvio Orlando. 

Il film è stato girato a Sassari, tra due “bolle”: la gabbia del carcere e il lockdown che ci chiudeva ogni sera, tutti insieme, in un hotel. Ed è stato importante per noi partecipare a questa cattività. Così lavorare con i nostri autori e le nostre autrici è sempre per noi un insegnamento. Perchè “Ariaferma” è ancora una volta, come ci preme, un film civile. 

Un carcere, che potrebbe essere ovunque in Italia o nel mondo, una situazione bloccata che congela tutto in un’attesa dove ogni gesto, anche piccolo, diventa una riflessione sulla colpa, sulla pena, sullo scandalo della prigionia. Dal minimo all’universale, come in tutti i lavori di Leonardo Di Costanzo.

condividi articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *