La “Parthenope” di Paolo Sorrentino è approdata su Netflix
“Parthenope“, il film di Paolo Sorrentino presentato al Festival di Cannes 2024, arriva su Netflix dopo essere diventata l’opera del regista napoletano che ha incassato di più ai botteghini cinematografici (€ 7.551.000).
Girato tra Napoli e Capri, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, prodotto da Fremantle, da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé e distribuito da Piper Film, “Parthenope” si avvale di un variegato e ricchissimo cast composto da Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Isabella Ferrari, Silvia Degrandi, Lorenzo Gleijeses, Daniele Rienzo, Dario Aita, Marlon Joubert, Alfonso Santagata, Biagio Izzo e Peppe Lanzetta.
Ad interpretare la protagonista che ha il nome della Sirena a cui si deve, secondo leggenda, la nascita di Napoli è la sorprendente Celeste Dalla Porta. Così come il cast artistico anche quello tecnico è da lodare per un lavoro cinematograficamente eccezionale: direttore della fotografia è Daria D’Antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, la musica di Lele Marchitelli.
PARTHENOPE – un ambizioso e controverso viaggio epico nell’apparato umano
Parthenope di Paolo Sorrentino è di una bellezza visiva disarmante. La regia, così come la direzione della fotografia di Daria D’Antonio, dipinge ogni scena alla stregua di un quadro che ammalia chi lo osserva, dando allo spettatore la voglia di soffermarsi su ogni inquadratura fino a lasciarsene rapire.
Al cospetto del racconto della vita di Parthenope, i 73 anni attraversati dal 1950 al 2023, si resta smarriti da una storia sullo scorrere del tempo che regala tutto il repertorio di sentimenti. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. Quelli veri, gli inutili e gli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare.

La perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le giovinezze hanno questo in comune: la brevità. E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di “poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro“. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.
Il viaggio epico di Parthenope è incantevole e disturbante, eccitante e oscuro, misterioso…Parthenope è un mistero, come Napoli. Parthenope è Napoli, Come “Carmela” lo era per Salvatore Palomba e Sergio Bruni, così Parthenope lo è per Sorrentino. (leggi la recensione completa)
