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“La casa di Ninetta” di Lina Sastri: commovente e magico esordio alla regia

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La casa di Ninetta“, dal 9 maggio al cinema, è il film che segna l’esordio alla regia dell’attrice e cantante Lina Sastri. Un racconto molto personale, in buona parte autobiografico; un’opera cinematografica tratta dal libro omonimo che la Sastri aveva già portato a teatro in forma di monologo.

Dedicato alla madre, “La casa di Ninetta” è una storia di donne, un omaggio alla figura femminile in ogni sua sfaccettatura. Costruito su diversi piani temporali il film è un vero e proprio flusso di memoria in cui, però, non è la protagonista, Ninetta, a ricordare…ma Lucia, la figlia inquieta, insoddisfatta, emblema della solitudine della donna moderna. Lucia è, infatti, la voce narrante che svela ombre e luci della vita della madre, dolce, forte, coraggiosa, a suo modo magica persino quando arriva l’Alzheimer a condizionarne l’esistenza.

Intense e commoventi Maria Pia Calzone e Angela Pagano, rispettivamente Ninetta da giovane e da anziana, in un continuo passaggio di testimone recitativo ed emozionale che riesce a delineare la parabola esistenziale della protagonista con estremo realismo. Realismo che si trova a maggior ragione nella figura di Lucia, una Lina Sastri emotivamente coinvolta e coinvolgente nelle espressioni come nei movimenti ma ancor di più in quella narrazione che accompagna lo spettatore nei suoi ricordi, nella sua vita, con passione, grazia, amore, ma senza tralasciare lo sconforto, la rabbia e l’amarezza.

Da applausi Antonella Stefanucci, Antonella Morea e Franca Abategiovanni nei panni delle tre badanti di Ninetta: alla stregua di un coro greco, simboleggiano la saggezza popolare che si prende cura della tradizione, della storia, con dedizione badano all’anziana malata di Alzheimer, non disdegnando di fare da coscienza parlante alla figlia, a Lucia, alla società contemporanea, con la classica ironia partenopea, pungente ma sempre affettuosa.

In un film prettamente femminile vanno ricordate le interpretazioni di Luigi Credendino, Enzo Romano, Tommaso Bianco e del compianto Gigio Morra: ma è doverosa una menzione particolare a Massimo De Matteo, bravissimo nell’emblematico ruolo di Alfonso, marito di Ninetta e padre di Lucia, soprattutto convincente per l’ambiguità caratteriale che riesce a dare al suo personaggio.

Ambientato in una Napoli semplice, per nulla retorica o eccessiva, con i personaggi che parlano quasi esclusivamente in lingua napoletana, “La casa di Ninetta” si avvale dell’elegante tappeto musicale di Adriano Pennino che in alcuni frammenti accompagna la voce originale di Ninetta oltre a regalare le note, sui titoli di coda, alla bellissima canzone scritta e interpretata da Lina Sastri. Prodotto da Salina con la Run Film dei fratelli Cannavale e Rai Cinema , il film è stato presentato alla quindicesima edizione del Bif&st, il Bari International Film&tv Festival, con un’anteprima calorosa e colma di affetto e commozione da parte del pubblico presente.

La trama

La casa di Ninetta parla della storia di una donna luminosa e speciale: Ninetta; e di sua figlia Lucia, che fa l’artista e ha un rapporto di grande amore con sua madre. Ninetta è accudita da tre badanti perché malata di Alzheimer, vive in una casa a Napoli, dove Lucia va a trovarla ogni volta che le è possibile. La voce fuori campo di Lucia ci guida nel racconto della famiglia, passando dal presente al passato e seguendo il flusso della memoria.

Nel passato di Ninetta c’è Alfonso, il grande amore della sua vita, uomo affascinante, ma dai risvolti oscuri. Un amore travolgente, ma anche tossico. Una storia di amori, quelli di Ninetta e della figlia Lucia, non sempre felici. Tutto viene raccontato con leggerezza e allegria, perché questa è una storia napoletana: con la sua musica ed i suoi colori pastello, perché di musica è fatta Ninetta.

Nel film sentiamo la voce originale di Ninetta che, cantando antiche melodie napoletane, scandisce i capitoli del racconto.

Lina Sastri e La casa di Ninetta: “un atto d’amore verso mia madre

La casa di Ninetta è tratto dal mio libretto dal titolo omonimo, dedicato a mia madre. Il film vuole essere un flusso della memoria, che passa dal presente al passato, guidato dalla voce fuoricampo della figlia Lucia, da me interpretata. È un atto d’amore verso Ninetta, madre e donna speciale, leggera e nobile come la luce e la musica. Ho voluto raccontare una storia d’amore, quella di Ninetta e di Alfonso, mio padre. Un amore di altri tempi che si nutre anche di gelosia e, a volte, di violenza.

La storia di una famiglia dove Ninetta, forte e leggera, è presente come riferimento di vita, e dove l’uomo, Alfonso, è una figura dalle mille sfaccettature. Una storia di donne: con Ninetta vivono le sue tre badanti che l’hanno seguita nel periodo della vecchiaia e della malattia, l’alzheimer. Ma è soprattutto la storia di Ninetta, del suo passato, e dei suoi ultimi anni. Ninetta luminosa, imprevedibile, coraggiosa; Ninetta con i suoi due figli, il suo mondo fatato e onirico e la sua musica.

La figlia Lucia va e viene, vive una vita irrisolta che ha ereditato da una infanzia difficile, ma è legata alla madre da un forte rapporto affettivo. E, tutt’intorno, c’è Napoli, la musica, la magia, la luce. Una favola sospesa fra realtà e immaginazione, che si veste dei colori acquerellati di Napoli, della sua semplicità, della ricchezza, delle sue emozioni.

La mia prima sceneggiatura. La mia prima regia. La mia prima volta, battezzata dalla mia città unica e meravigliosa. Scritto dopo la sua morte. Questo film è dedicato a mia madre Ninetta e a mio fratello Carmine che non c’è più.

Lina Sastri

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