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Fabio de Caro: un attore da scoprire dietro “Malammore”

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Uno dei rischi per gli attori è quello di rimanere intrappolati in un ruolo: per il napoletano Fabio de Caro, venuto alla ribalta grazie al personaggio di “Malammore” nella serie Gomorra, così è stato…ma in realtà c’è tanto altro nella sua carriera. Alla 7a edizione del Social World Film Festival, di cui è stato ospite, sono ben tre le opere in concorso che ha interpretato: “La confessione” di Davide Dapporto, “Era giovane e aveva gli occhi chiari” di Giovanni Mazzitelli e “Chi sogna pedala” di Stefano Russo.  

Proprio con quest’ultimo regista l’attore ha mostrato capacità interpretative di livello altissimo con ruoli difficili e intensi di esseri umani disagiati, in “Il soffio della terra” alle prese con un malato terminale e in “Totore” nei panni di un uomo con problemi psichici; storie di cui Fabio de Caro ha voluto parlare a proposito di Cinema sociale e di capacità di variare toni recitativi

I miei cortometraggi migliori e più conosciuti li ho girati con Stefano Russo, sono ’Il soffio della terra’ e ’Totore’, due opere che si occupano del sociale, in alcuni casi addirittura di politica nonché di malaffare nelle istituzioni. Stefano è davvero bravo, sopratutto un ottimo sceneggiatore, con lui siamo da sempre in simbiosi…si è pensato di mettere mano di nuovo a ’Totore’ per farlo diventare un lungometraggio ma…il Cinema è in crisi sotto tutti gli aspetti, costa tanto e quindi se non riesci a trovare una produzione importante diventa difficile fare un passo del genere, anche perché poi va trovata una distribuzione…poi va ricordato che si va sempre di meno al cinema, forse anche per colpa degli esercenti che dovrebbero rendere più confortevole la sala.

Sul ruolo della Settima Arte rispetto al sociale e visto le polemiche che ancora attanagliano la serie Gomorra Fabio de Caro ha voluto dire la sua: 

Il Cinema credo che debba anche raccontare la realtà, è importante, necessario…mentre in tv a mio parere alla ’realtà’, al sociale ci devono pensare i canali nazionali, mentre gli altri devono essere liberi di dedicarsi al cosiddetto intrattenimento. Sky ha intrapreso una strada emblematica a riguardo…creando delle serie tv uniche che però dovrebbero essere intese come intrattenimento; lo spettatore, il fruitore, deve guardarsi una o più puntate ma la cosa deve finire lì…ne può parlare certo, scambiare pareri, ma deve rendersi conto di essere al cospetto di un prodotto di intrattenimento.” 

Fabio de Caro ha vissuto momenti piuttosto difficili, delicati, a seguito della messa in onda dell’episodio di Gomorra in cui il suo personaggio, Malammore, uccide la figlia di Ciro Di Marzio: offese, minacce di morte, un vero e proprio bombardamento che è partito dai social nei suoi confronti creando un corto circuito inaspettato e pericoloso. 

Troppe volte, ed incredibilmente, si confonde finzione con realtà…e io sono stato vittima di questa paranoia con il personaggio di Malammore dopo una delle scene più atroci di Gomorra.  

Qualche giorno prima che andasse in onda la puntata in questione mi telefonò Roberto Saviano e mi disse ’tra poco trasmetteranno l’episodio in cui ammazzi la bambina…preparati perché avrai qualche problema’, io stupito gli ho chiesto ’ma perché?’…non avrei mai immaginato tutto quello che avrebbero scatenato contro di me le persone, è un film, faccio l’attore…tanto del bombardamento mediatico di quei giorni che ad un certo punto, frastornato, mi sono chiesto ’ma non è che l’ho uccisa davvero la bambina?’. 

Ho passato un brutto periodo, avrei voluto godermi di più il successo, il frutto del mio lavoro…ma il vero problema è che queste persone che non riescono a scindere finzione da realtà non solo votano, ma le puoi incontrare per strada…e per loro ormai sono un assassino di bambini, nun ce sta niente ’a fa.” 

Per fortuna Gomorra ha significato per de Caro anche notorietà e riconoscimenti, complimenti in ambito internazionale: 

A Stefano Sollima devo tantissimo; mi volle per un piccolo ruolo in ACAB, e mi ha fatto chiamare dopo qualche tempo per i provini di Gomorra-la serie…un provino che non dimenticherò mai, oltre tre quarti d’ora pieni di sudore e intensità…e poi è venuto Malammore.

Ad ogni modo con Gomorra si è tracciato un nuovo orizzonte nella serialità italiana, anche in Rai dopo le produzioni Sky, si sono dovuti adeguare alzando la qualità delle opere…e le scene d’azione, ad esempio, stanno assumendo impatto visivo e spettacolarità completamente differenti rispetto al passato“. 

Fabio de Caro è un attore da scoprire dietro “Malammore”: il personaggio che lo ha catapultato nell’immaginario collettivo è una delle tante maschere che ha indossato, tutte frutto di un lavoro duro che lo porta a non fossilizzarsi in un’unica vena interpretativa (guardate i suoi corti per averne una dimostrazione)…ora sta agli addetti ai lavori del Cinema accorgersi che Fabio de Caro non è solo “Malammore”.

 

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