“Vittoria”: una storia di amore e ostinazione interpretata dalle persone che l’hanno realmente vissuta
“Vittoria” di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, presentato nella sezione Orizzonti Extra della 81a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato una delle rivelazioni del festival lagunare, sorprendendo ed emozionando critica e pubblico.
Ambientato a Torre Annunziata, “Vittoria” è un viaggio dentro la complessità delle dinamiche familiari e dei desideri apparentemente irrazionali della psiche umana, una storia di amore e ostinazione interpretata dalle stesse persone che l’hanno realmente vissuta: Marilena ‘Jasmine’ Amato e Gennaro Scarica.
Prodotto da Zoe Films, Sacher Film, Scarabeo Entertainment, Ladoc con Rai Cinema, il film è in sala dal 3 ottobre distribuito da Teodora.
La trama
A 40 anni Jasmine (Marilena Amato) ha avuto dalla vita tutto quello che poteva desiderare: un marito (Gennaro Scarica) con cui ha un solido rapporto, tre adorati figli maschi e il suo amato salone di parrucchiera sul corso principale di Torre Annunziata. Ma dopo la morte di suo padre, Jasmine è tormentata da un sogno ricorrente: una bambina piccola e bionda le va incontro, si getta tra le sue braccia e proprio in quell’istante la donna prova un senso di completezza.
Dopo mesi di lunghe riflessioni, decide che lei, quella bimba, la vuole veramente, e così, mettendo a rischio il proprio matrimonio, il benessere dei figli e la sua stessa stabilità emotiva, intraprende un complicato percorso di adozione internazionale.
Cassigoli e Kauffman: “così è nato Vittoria, il nostro terzo film girato a Torre Annunziata“
Da quando otto anni fa siamo capitati quasi per caso a Torre Annunziata, una piccola cittadina racchiusa tra il Vesuvio e il mare, non ce ne siamo più andati. È come se la realizzazione di un film ci portasse naturalmente al prossimo. Durante le riprese di Butterfly basato sulla pugile Irma Testa, abbiamo conosciuto e girato alcune scene con Jamila, giovane ragazza marocchina, poi diventata la protagonista del nostro primo film di finzione Californie. E proprio durante la lavorazione di Californie abbiamo conosciuto Jasmine, una donna sui quarant’anni, che ci ha convinti fin da subito per il suo carattere determinato e la sua naturalezza.
Un giorno, durante una pausa pranzo, Jasmine ci ha raccontato una sua vicenda molto intima e personale che ci ha immediatamente colpiti. Alla soglia dei quarant’anni, con un marito, un lavoro, una casa, tre figli maschi e un’apparente completezza di vita, Jasmine aveva capito che non poteva fare a meno di avere una figlia femmina. Non volendo però rischiare di concepire nuovamente un maschio, aveva deciso di ricorrere all’adozione. Dopo aver ascoltato la storia di Jasmine ci siamo guardati e abbiamo capito che avevamo un potenziale film. Ci aveva colpiti l’immagine di una donna letteralmente consumata da un desiderio tanto intenso quanto, forse, irrazionale e le persone intorno a lei che pensavano a una follia, un capriccio, un qualcosa di sbagliato. E così è nato Vittoria, il nostro terzo film girato a Torre Annunziata.
Abbiamo registrato ore e ore di interviste alla stessa Jasmine durante le quali riuscivamo già a visualizzare le scene, le atmosfere, i dialoghi. Siamo andati a cercare film sul tema dell’adozione e siamo rimasti sorpresi dal fatto che quasi tutti, dalle commedie ai drammi, iniziassero dal momento in cui il figlio arriva in famiglia o addirittura dal figlio stesso che si mette alla ricerca dei genitori biologici. Quello che invece abbiamo trovato affascinante in questa storia è proprio il percorso che va dalla decisione stessa di adottare fino all’incontro con il futuro figlio, un lastricato di ostacoli, tensioni, relazioni personali messe alla prova, complesse domande e grandi trasformazioni.
Quando abbiamo iniziato il processo di scrittura ci è stato chiaro sin da subito che Jasmine e suo marito Rino sarebbero stati in grado di interpretare la loro storia, permettendoci così di fondere l’esperienza della vita reale con le possibilità della scrittura. Quello che non avevamo previsto era che la messa in scena sarebbe diventata lo spazio in cui i protagonisti avrebbero portato i loro conflitti irrisolti e che tutto questo potesse essere catturato dalla macchina da presa e restituito in maniera diretta ed emotivamente forte allo spettatore.
Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman
Vittoria è il secondo film di finzione di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman. Il primo, Californie (2021), distribuito da Fandango, è stato presentato in concorso alle Giornate degli autori, nell’ambito della 78. Mostra del cinema di Venezia, dove ha ricevuto il premio Europa Cinemas Label e il premio BNL Miglior Sceneggiatura. È stato inoltre candidato al Globo d’oro come miglior opera prima e premiato come miglior film nella rassegna di Nanni Moretti “Bimbi belli – esordi nel cinema italiano”.
Precedentemente Cassigoli e Kauffman hanno realizzato Butterfly (2018), documentario presentato ad Alice nella città e distribuito nelle sale italiane da Luce Cinecittà. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali fra i quali IDFA e Hot Docs ed ha vinto il Globo d’oro italiano per il miglior film documentario.
Prima della loro collaborazione, Cassigoli ha vissuto a Berlino, dove ha diretto vari documentari per la tv franco-tedesca “Arte”, mentre Kauffman ha lavorato in Medio Oriente come giornalista per Al Jazeera.