“Tu non sei sola”, a Giffoni lo sport si fa voce contro la violenza di genere

Si è appena conclusa al Giffoni Sport la presentazione in anteprima dello spot sociale “Tu non sei sola” contro la violenza di genere, della durata di 5 minuti, che vuole dar voce a tutte quelle donne che subiscono violenza fisica e verbale, attraverso una lotta metaforica al fianco di campioni sportivi (regia: Gilles Rocca; co-sceneggiatrice: Roberta Mastromichele; produttore: Matteo Calvari per Summeet, società leader in Italia nell’organizzazione di attività di formazione e informazione in ambito healthcare; produttrice esecutiva: Lorena Rutigliano).
L’iniziativa si inserisce nel più vasto programma del Giffoni Sport, progetto del Giffoni Film Festival, interamente dedicato al mondo delle discipline sportive e del benessere psicofisico. All’interno della cornice del Giffoni Film Festival, l’iniziativa Giffoni Sport rappresenta un ponte tra il mondo sportivo e quello cinematografico, celebrando i valori e l’importanza del fair play, dell’inclusione, dell’innovazione e della prevenzione. Il brano scelto è ‘Taglia zero’ dell’artista Marla. La cantautrice utilizza parole taglienti come le lame ed impersonifica il dolore delle donne che subiscono violenza. Le cause, oltre ai danni fisici e psicologici, possono sfociare in disturbi alimentari. Durante la kermesse sono intervenuti i protagonisti, ciascuno a suo modo, del progetto, di cui vi condividiamo le dichiarazioni.
Gilles Rocca (regista): “Credo che più forte delle immagini non ci sia niente! Ciò che sentiamo, leggiamo ogni giorno, da tanti, troppi giorni è qualcosa di indescrivibile. Ho scelto di dare voce a queste giovani donne con questo lavoro, sperando di arrivare a tutte quelle donne che vedendolo potranno dire a loro stesse ‘Tu non sei sola’”.
Roberta Mastromichele (co-sceneggiatrice): “È stato bellissimo collaborare nell’ideazione di uno spot sociale, dove la narrazione è incentrata sullo sport come risorsa contro ogni tipo di violenza”.
Matteo Calveri (produttore): “La violenza contro le donne non è solo un problema di cronaca, ma una ferita quotidiana nella nostra società. Raccontarla, renderla visibile, è un atto di responsabilità. Con il supporto e la produzione esecutiva di Summeet, abbiamo voluto creare un contenuto che non fosse solo testimonianza, ma anche stimolo al confronto e all’azione. La comunicazione può smuovere coscienze, generare empatia, rompere il silenzio. Questo video nasce per questo: per far riflettere, per dare voce, per non restare indifferenti; un invito a non voltarsi dall’altra parte, a riconoscere i segnali e ad agire, ognuno nel proprio ruolo. Noi che ci occupiamo di formazione tutti i giorni crediamo che la comunicazione possa e debba essere uno strumento di sensibilizzazione profonda e sentivamo il dovere di dare voce a questa realtà con i mezzi che conosciamo meglio: le immagini, le parole, le emozioni. È un progetto nato dal desiderio di scuotere le coscienze e promuovere un cambiamento culturale, che parte dal riconoscere, ascoltare e agire”.
Lorena Rutigliano (produttrice esecutiva): “La violenza di genere è un fenomeno che colpisce molte donne e si manifesta in diverse forme, non è un problema individuale ma sociale. È fondamentale promuovere una cultura di rispetto, parità e non violenza a partire dall’educazione in famiglia e sensibilizzare la popolazione. È importante creare una rete di sostegno e solidarietà, che possa incoraggiare le donne a denunciare e a trovare aiuto. Se con i tacchi ti vedi più alta, con l’amore per te stessa ti vedrai immensa”.
Andrea Fiorillo (Presidente EPA – Società Europea di Psichiatria, Psichiatra e Professore Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli): “Il messaggio di questo cortometraggio arriva forte e chiaro, e deve servire per smuovere le coscienze. Nessuno deve sentirsi solo o sola, né sentirsi sbagliato. I disturbi mentali e le problematiche di salute mentale nascono in contesti come questi, un momento traumatico che può far scivolare la persona in una spirale di profonda solitudine e disperazione. Da qui, è un attimo per sviluppare disturbi alimentari, depressione, abuso di sostanze, pensieri suicidari, che sono sempre più frequenti tra i giovani. Per evitare tutto ciò sono indispensabili percorsi virtuosi, come lo sport, la famiglia, la rete sociale. Svolgere attività sportive e sentirsi parte di un gruppo da sempre hanno un potere protettivo immenso, e andrebbero promossi e sviluppati sempre di più a livello delle politiche sanitarie e sociali se veramente vogliamo crescere una generazione sana e priva di disturbi mentali. Chiudo dicendo ai ragazzi “non siete soli!”.
Maxime Mbanda (Atleta protagonista): “La violenza di genere è una delle forme più odiose di sopraffazione. È invisibile fino a quando non esplode, e troppo spesso chi la subisce resta in silenzio per paura o vergogna. Partecipare a questo spot è stato per me un gesto necessario, da uomo e da atleta: non possiamo voltarci dall’altra parte. In questo progetto c’è anche una ragazza con disabilità, e la sua presenza mi ha colpito profondamente. La violenza, fisica o psicologica, colpisce le donne in modo trasversale: indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale o fisica. Per questo dobbiamo creare una rete che protegga e dia forza a tutte”.
Al termine del dibattito c’è stata la presentazione del progetto di “Jk Defense Donna Forte” da parte di Stefano Maniscalco, campione del Mondo, Europeo, Italiano di Karate. Maniscalco, insieme ad Emanuele Bruno (campione di judo), ha dato via a questa iniziativa con l’obiettivo di aiutare le donne a riconoscere i segnali della violenza e affrontarli. Ci sarà anche una piccola dimostrazione di autodifesa.
Ha spiegato Stefano Maniscalco: “Con Emanuele Bruno abbiamo ideato JK Self-Defense Donna Forte con l’obiettivo di portare in tutta Italia un messaggio chiaro: ogni donna ha il diritto di sentirsi sicura, ovunque. Vogliamo restituire potere, consapevolezza e strumenti concreti attraverso la difesa personale, unendo le nostre esperienze nel Judo e nel Karate. Questo progetto non è solo sport: è prevenzione, educazione, cultura del rispetto. È una battaglia sociale che vogliamo combattere sul campo, con cuore, disciplina e presenza reale nelle città”.
