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Tonia De Micco, promettente e poliedrica attrice napoletana – l’intervista

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Nel panorama cinematografico italiano attuale c’è una sempre più folta schiera di talentuosi interpreti nati all’ombra del Vesuvio. Tonia De Micco, negli ultimi anni, ne è entrata a far parte grazie alla sua poliedricità.  

Attrice promettente, l’abbiamo vista negli esordi alla regia di autori come Giovanni Mazzitelli (“Era giovane e aveva gli occhi chiari“), Gianpiero Pumo (“Ciurè“), convincente e intensa in “Amleto è mio fratello” di Francesco Giuffrè, al fianco di attrici come Margherita Buy e Claudia Gerini.

Loop“, il corto sul bullismo che ha girato con Luigi Russo, è stato premiato al 53° Giffoni Film Festival. 

Non ha disdegnato incursioni in due film di genere come “Tenebra” e “The slaughter“, dimostrando notevole versatilità acquisita anche grazie agli anni di studio sui metodi recitativi.

Spunti interessanti per una conversazione in cui Tonia De Micco ci ha parlato della recitazione, di Napoli e del suo nuovo film in uscita.

Hai sempre voluto fare l’attrice? Quando hai capito che la recitazione sarebbe diventato il tuo lavoro? 

Sempre. Credo che per fare un certo lavoro ci nasci e poi ti perfezioni con il tempo facendo un certo tipo di formazione.  

Una delle tue più recenti interpretazioni è in “Amleto è mio fratello” di Francesco Giuffrè che, oltre ad essere una intensa parabola sulla disabilità, è un vero e proprio atto d’amore verso il teatro e la sua forza comunicativa. In base alla tua esperienza, che considerazione hai del teatro? Quanto è importante, per chi vuole fare Cinema, aver calcato le tavole di un palcoscenico? 

Il mio primo approccio in questo mondo è stato proprio il teatro. Il teatro ti da una magia diversa rispetto al cinema. Molti separano le due cose quando invece sono entrambe arti molto importanti che hanno una grandissima forza comunicativa ma che si esprimono in due forme diverse.  

Che ti ha lasciato umanamente e professionalmente aver preso parte ad un lavoro come “Amleto è mio fratello“, in un cast che comprende, tra gli altri, Claudia Gerini, Margherita Buy e Vincenzo Salemme ? 

Questo film sia umanamente che professionalmente mi ha lasciato tanto amore. Ho amato e mi sono sentita amata dalle persone che ne hanno fatto parte e dal mio lavoro.  

Nella tua filmografia ci sono ben due film horror, “Tenebra” di Anto e “The slaughter” di Dario Germani: oltre al lavoro d’inquietudine e paura che traspare dalle tue interpretazioni, l’impressione è che siano stati ruoli piuttosto “fisici”: è stato faticoso per te girarli? Da spettatrice ti piacciono i film horror? 

È stato molto faticoso per me girarli perché c’è stata davvero tanta preparazione dietro ogni scena, soprattutto perché sentivo la responsabilità della mia prima volta come protagonista in un film al cinema. Però tutto quel tipo di lavoro fisico al di là di essere faticoso è stato anche molto divertente. Infatti magari da spettatrice detesto gli horror, ma in compenso ho scoperto che girarli è molto divertente! 

Preferisci i ruoli drammatici o brillanti? Pensi di avere una predisposizione, un talento, più per l’uno che per l’altro tipo di recitazione?  

Non faccio assolutamente distinzione, una volta una mia insegnante mi disse che preferire dei ruoli rispetto ad altri è come chiedere ad una madre “chi figlio preferisci?” 

Loop“, il significativo corto sul bullismo che hai girato con Luigi Russo è stato premiato a Giffoni: quanto credi possa essere importante il Cinema al giorno d’oggi per creare una nuova coscienza civile? Hai mai considerato il tuo lavoro di attrice utile anche a livello sociale? 

Quando Loop è stato premiato al Giffoni ero contentissima soprattutto perché sostenere un certo tipo di tematiche sociali è necessario. Il cinema è un bellissimo mezzo di comunicazione; per questo ritengo che sia molto importante creare una nuova coscienza civile. Non si può essere indifferenti di fronte a certi argomenti.  Sento una forte responsabilità nell’essere vettore di messaggi sociali, proprio perché credo che una buona interpretazione possa aiutare a farlo arrivare al pubblico. 

Da partenopea, che ne pensi del ruolo primario che, negli ultimi anni, sta ricoprendo Napoli nel Cinema italiano e internazionale?  

Ogni volta che vedo Napoli in un film mi emoziono. Ho sempre pensato che Napoli, la mia città, fosse un teatro all’ aperto e vederla sempre di più negli anni come uno degli scenari primari al cinema è un’emozione perché viene sempre più vista, raccontata e mai dimenticata.  

Quali sono i tuoi impegni futuri? 

Sono felicissima di poter dire che prossimamente sarò di nuovo al cinema nel film “Desiré”, opera prima del regista Mario Vezza, nel cast c’è anche Enrico Lo Verso. Poi ho girato altri lavori per il grande schermo che appena possibile sarò orgogliosa di comunicare!

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