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“Mixed by Erry” – un piccolo grande cult fatto di sogni e musica…ssette

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Era il 2007 quando al Napoli Film Festival in parecchi, vedendo il corto “Oggi gira così“, ebbero lo stesso pensiero: “sentiremo parlare molto di questo regista di Salerno”. Quel regista era Sydney Sibilia e, a sedici anni di distanza, con l’arrivo in sala di “Mixed by Erry“, si è dimostrato uno dei registi più originali nel panorama cinematografico italiano…un abile autore di commedia. La trilogia di “Smetto quando voglio” è stata folgorante e non ha perso di appeal e qualità nei seguiti dell’eccezionale capitolo iniziale. Era difficile confermarsi dopo il successo di critica e pubblico dei primi tre film e Sibilia è riuscito a farlo trovando nella storia realmente accaduta di Giorgio Rosa la linfa per dare vita all’eccentrico e sorprendente “L’incredibile storia dell’Isola delle rose”, distribuito solo su internet nel 2020 a causa della pandemia.

Ancora una volta ha pescato nella vita reale per girare il suo film più personale: “Mixed by Erry” racconta un fenomeno nato negli anni 80, quello dei fratelli Frattasio che da Forcella fecero partire uno dei business più fiorenti nell’industria discografica di quell’epoca…la pirateria musicale. Sydney Sibilia aveva in mente da tempo di girare questo film perché ogni volta riaprendo i cassetti di casa ritrovava quelle mitiche musicassette e si chiedeva che storia ci fosse dietro a quel “marchio”. Così grazie alle ricerche effettuate con lo sceneggiatore Armando Festa e Simona Frasca (autrice del libro omonimo) e ai racconti dettagliati dei fratelli Frattasio, il regista salernitano ha girato un film coinvolgente e divertente, a suo modo romantico. 

Un filo rosso lega le opere di Sibilia: l’ingenuità dei protagonisti delle storie, personaggi delicatamente border line che partendo con progetti geniali al limite della legalità sfociano inevitabilmente e, quasi sempre, maldestramente nell’illegalità.

Ad interpretare i fratelli Frattasio in “Mixed by Erry” i bravissimi Luigi D’Oriano, Emanuele Palumbo e Giuseppe Arena: i tre sono stati una rivelazione per spontaneità e capacità di tenuta scenica caratterizzata da un’efficace sintonia dovuta anche alla convivenza forzata a cui sono stati costretti da regista e produzione durante le riprese per far crescere in loro il senso di fratellanza fondamentale nella storia dei Frattasio.

Come di consueto nel Cinema di Sydney Sibilia, i personaggi di contorno sono tutti veri e propri co-protagonisti, e nel caso di “Mixed by Erry” ci si trova di fronte un gruppo di interpreti di ottimo livello.

Da Cristiana Dell’Anna e Adriano Pantaleo (brillanti e commoventi i loro mamma e papà Frattasio), a Greta Esposito (fidanzata e poi moglie di Erry), da Salvatore Striano (proprietario del negozio in cui tutto inizia) a Chiara Celotto (la fidanzata di Peppe tra le prime a ricevere una compilation “mixed by Erry”), da Raiz (gestore “poco lungimirante” di un locale notturno) al grande Corrado Taranto (boss cravattaro).

Menzione speciale meritano le interpretazioni di Francesco Di Leva e Fabrizio Gifuni. Il primo nei panni del finanziere Fortunato Ricciardi aveva l’arduo compito di dover sembrare antipatico e cattivo agli occhi dello spettatore pur rappresentando le forze dell’ordine, la cosiddetta “parte giusta” della storia. Gifuni era chiamato a simboleggiare l’emblematico personaggio della “Milano da bere” degli anni 80, soldi e ambizione prima di tutto, parlantina e savoir faire capace di vendere qualsiasi cosa, scrupoli zero. Due maschere disegnate alla perfezione che avevano il tranello di poter scivolare nella caricatura, e invece risultano essenziali per la riuscita del film.

Mixed by Erry” è una commistione di generi e Sidney Sibilia è riuscito nell’intento di dare ad un racconto realistico un tono per certi versi fiabesco, narrando la storia di tre ragazzi che vogliono emanciparsi, tentando di emergere da una situazione in cui non si riconoscono.

La storia

Nella Napoli magica degli anni ’80, dove Maradona è una divinità, Enrico sogna di fare il deejay. I mixtape amatoriali che realizza per i suoi amici sono richiestissimi, ma non è facile per un ragazzo che viene dai bassi far conoscere le proprie capacità. Con l’aiuto dei fratelli, Peppe e Angelo, riesce a mettere in piedi un piccolo negozio di musica in cui vendere le sue compilation col marchio “Mixed by Erry”. 

Quello che parte come un gioco dai vicoli di Forcella si tramuta presto, e inaspettatamente, in un’avventura leggendaria e travolgente. 

“Mixed by Erry”, benché emblema del falso, diventa la prima “etichetta” in Italia, con una produzione che travalica i confini nazionali e trasforma una piccola impresa locale in un impero. Ma il loro successo non passa inosservato…

Mixed By Erry” racconta l’ascesa e la caduta di Erry, primo “pirata” nella discografia italiana, e dei suoi fratelli. Una storia di passione e sogni, una vicenda clamorosa che ha rivoluzionato il concetto di pirateria e portato la musica nelle vite di tutti.

Sydney Sibilia racconta l’idea di “Mixed by Erry

Una delle domande che mi fanno più spesso quando presento un film è: “come ti è venuta l’idea?” oppure “dove hai trovato questa storia?”. In questo caso la risposta è che io questa storia non l’ho trovata ma, da che ho memoria, è sempre stata nella mia vita. Quando ero piccolo, nel mio quartiere a Salerno, non c’era il negozio di dischi, l’unico modo per comprare della musica (in un lontano periodo storico in cui la musica aveva una dimensione fisica e si comprava nei negozi) era andare da Peppe, il gestore di una bancarella che per cinquemila lire ti vendeva una cassetta Mixed By Erry oppure, se volevi risparmiare, per sole tremila lire una cassetta pirata Mixed By Erry. 

La qualità dell’ascolto era decisamente inferiore e anche il packaging non era curato come le originali, motivo per cui, potendosele permettere, Peppe consigliava sempre l’originale, che poi originale non era. In tutto questo “l’etichetta” Mixed By Erry faceva di tutto per contrastare la pirateria, su ogni cassetta era specificato che “Le cassette con fotocopie non sono originali Mixed By Erry” e tra le canzoni spesso si sentiva una voce, che oggi chiameremmo Watermark, che ci ricordava di diffidare delle imitazioni.

Da quelle cassette proveniva il cento per cento della musica che ho ascoltato da bambino. Canzoni che ancora oggi conosco a memoria erano dentro quelle cassette. In coda alla cassetta poi c’era una cosa che oggi è appannaggio degli algoritmi della Silicon Valley. In pratica se avessi comprato la cassetta degli U2 alla fine DJ Erry avrebbe messo un paio di canzoni che, secondo lui, potevano piacere a chi comprava una cassetta di quel tipo (in questo caso i Red Hot Chili Peppers), una sorta di “potrebbe anche piacerti” di Spotify. In questo modo una volta sentiti gli U2, compravi anche la cassetta dei Red Hot Chili Peppers. Mixed By Erry aveva una distribuzione estremamente capillare e nel sud dell’Italia, era praticamente ovunque.

Poi il mondo cambia. Io vado al liceo, arrivano i CD, poi Napster, gli Mp3, i Walkman vengono rimpiazzati dagli iPod, mi trasferisco a Roma per fare il regista, la musica si ascolta in streaming, ma, nella mia stanzetta a Salerno, nei cassetti, qualche nastro Mixed By Erry c’è ancora e, a volte, nelle conversazioni, ci si ricorda di quello strano marchio così centrale per la nostra cultura musicale. Un giorno mentre se ne parlava con il mio amico sceneggiatore Armando Festa, decidiamo di indagare e di andare a conoscere il grande DJ Erry. Scopriamo, innanzitutto, che Enrico “Erry” non era solo ma l’impresa era curata con i suoi fratelli Peppe e Angelo.

Ci rendiamo conto che dietro quelle cassette c’era una storia incredibile, epica ma anche molto intima, che sfiora tutti i principali eventi storici di un decennio straordinario per la città di Napoli. Una storia che parla di quanto sia difficile avere sogni incompatibili con il posto in cui si è nati. Ma la vera spinta che mi ha convinto a fare questo film è stata la prima frase che ci ha detto Enrico prima di iniziare a raccontare la sua storia: “Io volevo solo fare il DJ”.

Sydney Sibilia

Matteo Rovere e la produzione del film

Con Groenlandia siamo da sempre appassionati all’idea di raccontare personaggi che colpiscano il nostro immaginario, folli e un po’ geniali e senza dubbio la storia di Enrico Frattasio è una di queste. Nel 1980 Napoli è la terra delle opportunità e se sei abbastanza intelligente, intraprendente e coraggioso, puoi ottenere quello che vuoi. La città è devastata dalla terribile guerra di Camorra, dal contrabbando delle sigarette e da ogni tipo di traffico illecito. 

L’epopea dei tre fratelli Frattasio inizia con un piccolo duplicatore, con cui Enrico realizza mixtape per gli amici. Erry, infatti, è la mente creativa del gruppo, un ragazzo romantico e profondo, appassionato di musica, che sogna di diventare DJ. Le sue compilation a tema, zeppe di novità e consigli, sono vere antesignane del “modello Spotify”. Suo fratello Peppe, invece, è l’imprenditore che gestisce “l’azienda” e tiene d’occhio le finanze, mentre il terzogenito Angelo è il loro angelo custode.

I primi mixtape amatoriali di Erry presto si trasformano in un business redditizio, l’etichetta pirata “Mixed by Erry” conquista il suo pubblico, passando dall’essere un caso di quartiere a un fenomeno leggendario. Successo e fama sono improvvisi e travolgenti: le cassette vengono vendute in tutta Italia, al ritmo vertiginoso di 60.000 pezzi al giorno. 

Erry e i suoi fratelli diventano vere e proprie rockstar, nelle loro case di lusso e a bordo delle loro Ferrari arrivano a stringere accordi a nove zeri con le aziende produttrici di supporti vergine, che ovviamente in questo cortocircuito sono però anche le etichette che vengono a loro volta piratate. 

Bisogna ricordare che in quel momento copiare i supporti non era esattamente ancora un reato come lo concepiamo ora, ma lo sarebbe divenuto a breve. Erry costringerà infatti prima i giornalisti a coniare un epiteto, “pirati”, e poi lo stato a prendere provvedimenti, cambiando la legge e inasprendo le sanzioni.

Come se non bastasse, sulle bancarelle iniziano ad apparire perfino le imitazioni delle compilation Mixed By Erry. Il falso del falso é la consacrazione definitiva: ce l’hanno fatta per davvero. Mixed By Erry racconta l’ascesa e la caduta di Erry dai primi giorni della sua impresa fino all’arresto, dal successo improvviso alle indagini della polizia, da piccola celebrità allo status leggendario di primo pirata italiano, termine coniato appunto da un giornalista de il Mattino di Napoli, che li definì “i moderni pirati”.  E in quanto tali, l’epilogo per loro non poteva essere che questo, il carcere. 

Napoli è una città che ha accolto da subito la nostra troupe, una città che ancora oggi regala scorci e una vita reale che rendono possibile la ricostruzione di quel periodo. Le riprese sono state complesse per poter restituire una totale immersione nella cultura degli anni 80, scenografie, grandi scene di massa, lo scudetto di Maradona, tanti effetti visivi, il tutto con la volontà di portare lo spettatore all’interno di un mondo che doveva essere reale.

Abbiamo affrontato, insieme alla casting director Francesca Borromeo, lunghi mesi di ricerca dei nostri tre protagonisti, che dovevano essere volti nuovi e freschi, trovati poi in Luigi D’Oriano, Giuseppe Arena e Emanuele Palumbo, affiancati dai più esperti Dell’Anna, Pantaleo, Gifuni e Di Leva. 

Sydney racconta una storia della sua infanzia, e la racconta con il suo modo contagioso e coinvolgente, ma anche con la capacità di trascinare il pubblico all’interno di una storia originale e unica. E solo al cinema, dove aveva esordito con Smetto quando voglio, questa storia poteva essere vista.

Matteo Rovere

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