“La stoffa dei sogni”: Shakespeare rivisto da Eduardo nel film di Gianfranco Cabiddu
La stoffa dei sogni, di Gianfranco Cabiddu, è un omaggio squisitamente cinematografico a due dei più grandi maestri di tutti i tempi, del teatro nazionale e internazionale, William Shakespeare ed Eduardo De Filippo. Straordinari interpreti del film, Sergio Rubini ed il compianto Ennio Fantastichini vestono i panni dei due antagonisti-complici e artefici l’uno della “salvezza” dell’altro. Il film si pregia dell’amichevole partecipazione di Luca De Filippo, nell’ultima interpretazione in una pellicola prima della sua scomparsa avvenuta il 27 novembre 2015, un anno prima dell’uscita in sala. A completare il cast un gruppo di attori pregevoli e in stato di grazia quali Renato Carpentieri, Teresa Saponangelo, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Gaia Bellugi, Nicola Di Pinto, Fiorenzo Mattu e Jacopo Cullin.
Liberamente ispirato a “L’Arte della commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione de “La Tempesta” di Shakespeare, La stoffa dei sogni tratteggia quell’umanità specchio della realtà universale di cui lo stesso Eduardo vestiva i suoi personaggi, le loro azioni e gesti, dotati della simbolicità propria del teatro che avvolge e coinvolge il pubblico fino a farlo diventare parte integrante della scena. Ed è proprio questa massima considerazione del pubblico, sublime elemento di contatto fra Shakespeare ed Eduardo, a caratterizzare il film, in cui attori, platea e protagonisti si fondono e confondono, fino a rappresentare le inquietudini della vita reale.
Grazie a “La stoffa dei sogni” lo spettatore potrà immergersi fra incanto e realtà, fino a toccare la vera sostanza dell’immaginazione.
Il film racconta le vicissitudini di una modesta compagnia di teatranti, con a capo Oreste Campese (Sergio Rubini), che naufraga su di una misteriosa isola-carcere, e si ritrova a dover coprire alcuni pericolosi camorristi decisi a evitare la reclusione confondendosi fra gli attori. Sarà il Direttore del carcere (Ennio Fantastichini) a lanciare la sfida al capocomico per scoprire chi nella compagnia è vero attore e chi un criminale… dovranno mettere in scena “La tempesta” di William Shakespeare. Mentre il boss camorrista (Renato Carpentieri) ‘convince’ Campese a riscrivere il copione con un linguaggio che lui e i suoi scagnozzi possano imparare e recitare degnamente, sullo sfondo si assiste alla nascita, quasi impercettibile e commossa, della storia d’amore tra Miranda, figlia adolescente e semireclusa del Direttore del carcere, e il camorrista naufrago disperso, Ferdinando Aloisi, in un rapporto fatto di sguardi, di poche parole sussurrate alternate all’eloquente linguaggio dei loro giovani corpi.
La stoffa dei sogni si caratterizza per i colpi di scena nello stile di una commedia degli equivoci a lieto fine che riprende tutta la poesia del linguaggio shakespeariano proprio durante le prove di preparazione dello spettacolo. Inoltre, la versione de “La tempesta” adottata nel film è fedele alla traduzione napoletana dell’opera di Shakespeare per mano di Eduardo De Filippo, del quale il regista Gianfranco Cabiddu fu assistente per molti anni.
Il film è ambientato nel primo dopoguerra in Sardegna, sull’isola dell’Asinara, disseminata di fortini, carcere e colonia penale sino al 1820, dove assistiamo alla bellezza della natura aspra e incontaminata, isola da cui la sua popolazione era stata completamente evacuata. In questo contesto si inserisce il personaggio di Calibano, nella pellicola interpretato dall’attore sardo Fiorenzo Mattu, che esprime poeticamente la condizione di “selvaggio” emblema dell’isolano colonizzato, che mantiene il legame autentico con la propria lingua e la meravigliosa natura che lo circonda e con cui sola comunica.
La trama
Come in una stoffa, s’intrecciano le trame e i fili dei destini.
Camorristi in fuga e attori in cerca di riconoscimento si ritrovano dopo un naufragio su un’isola-carcere e si mescolano. Sotto lo sguardo indagatore del Direttore del carcere che ha imposto ai naufraghi la messa in scena de La tempesta convinto di smascherare i camorristi/naufraghi; all’amore tra l’inquieta figlia del Direttore e il figlio del boss, alla figura dolorosa di Calibano unico abitante superstite di un’isola “occupata” dal carcere, per assonanze e similitudini con il testo shakespeariano, procede la vicenda umana dei personaggi, nella sottile linea che divide il vero dal verosimile nel palcoscenico della vita.
Il teatro diventerà la zona franca in cui ciascuno potrà ritrovare se non il proprio ruolo sociale, la propria umanità. Qualcuno anche l’amore.
Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca piena di colpi di scena.