Intervista a Valeria Golino, madrina del Social World Film Festival di Vico Equense 2015

Affascinante e dallo sguardo ipnotico, simpatica e disponibile, Valeria Golino, madrina dell’edizione appena conclusa del Social World Film Festival di Vico Equense, ci ha parlato delle sue esperienze sul grande schermo con autori partenopei:
“Ho lavorato negli ultimi anni con autori napoletani come Nina di Majo (‘L’inverno‘), Ivan Cotroneo (‘La kryptonite nella borsa‘), Antonio Capuano (‘La guerra di Mario‘ – ‘L’amore buio‘), Giuseppe Gaudino (‘Per amor vostro‘, in post-produzione)…tutti molto diversi tra loro…dal melodramma sofisticato della Di Majo, alla commedia intelligente ed originale di Cotroneo…Capuano è Capuano, non è catalogabile, una sorta di estremista del realismo. Con Gaudino ho finito a marzo di lavorare a ‘Per amor vostro‘, una storia girata quasi in maniera documentaristica, in bianco e nero, con un linguaggio innovativo, decisamente atipico.
Ho recitato molto in napoletano grazie all’aiuto dell’attrice Simona Capuozzi che mi ha fatto da insegnante per pronunciare al meglio le meravigliose parole di questa lingua che con gli anni avevo dimenticato. Interpreto una donna al limite, emozionalmente, madre di un ragazzo sordomuto (grazie a Deborah Donadio ho imparato la lingua dei segni), e la sceneggiatura mi ha colpito molto soprattutto per questo personaggio di donna così delicato…probabilmente il più articolato e indecifrabile che abbia mai interpretato in carriera“.

Proprio sulla figura di Giuseppe Gaudino la Golino si è voluta soffermare per dire la sua sullo stato del Cinema italiano contemporaneo:
“Per esempio Gaudino è un artista di grande talento dovuto al suo animo complesso e poetico; l’ho conosciuto anni fa per un progetto piuttosto ambizioso per un film su Pompei, non se ne fece più nulla anche se mi auguro riesca a recuperarlo prima o poi. Un regista come lui dopo un’opera magnifica come ‘Giro di luna tra terra e mare‘…pensare che ci siano voluti 15 anni perché girasse un altro film è sconcertante ed è un’anomalia italiana…autori, registi del calibro di Gaudino, pur mantenendo la loro natura facendo Cinema di ricerca e con una narrazione personale, in paesi come la Francia riuscirebbero comunque a fare un film ogni due-tre anni…è come se in Italia fosse stata fatta fuori tutta una generazione di registi non convenzionali, è rimasto solo l’autore ‘medio’…da troppo tempo succede.
Sono poche le eccezioni e mi fa piacere esistano e vengano giustamente riconosciuti e apprezzati anche all’estero i Sorrentino e i Garrone, anche se c’è una moltitudine di registi, forse della generazione prima della loro, che non hanno avuto la giusta opportunità e non sono stati valorizzati, quasi abbandonati a loro stessi per la concezione italiana del Cinema da molti anni a questa parte…Giuseppe Gaudino che apprezzo davvero tanto e con cui ho avuto il piacere e la fortuna di lavorare in ‘Per amor vostro’ è sicuramente uno di questi registi”.

E lavorare a Napoli che effetto le fa?
“Mi sento a casa anche se non ci vivo ormai da tanti anni…la città ti dà un’intensità effettivamente diversa in confronto alle altre e quindi prendi ispirazione da ciò che ti circonda…è stato ovviamente così per la mia prima regia con il corto ‘Armandino e il Madre‘.
Napoli è artisticamente un luogo molto forte, catalizza e sprigiona potenza….tanto che sia la soddisfazione che la fatica sono stati maggiori ogni volta che sono venuta a lavorarci”


Nata a Napoli, vissuta all’ombra del Vesuvio per poi trasferirsi a Massa Lubrense prima di diventare modella e andare ad Atene, Valeria Golino deve l’esordio cinematografico alla partenopea d’adozione Lina Wertmuller che nel 1983 la vuole in “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante di strada“. Da quel momento lavora per il grande schermo alla media di un film all’anno sia all’estero che in Italia dove grazie a “Storia d’amore” di Citto Maselli vince Coppa Volpi e Nastro d’Argento come Migliore Attrice Protagonista; fino a raggiungere la ribalta internazionale e il successo definitivo con il film premio Oscar “Rain man” di Barry Levinson al fianco di Tom Cruise e Dustin Hoffman.
L’exploit hollywoodiano l’allontana ancor più dall’Italia dove torna per l’amico Peter Del Monte (“Piccoli fuochi“) o per il fresco premio Oscar Gabriele Salvatores (“Puerto Escondido“), fino a diventare punto di riferimento per una generazione di nuovi registi che da Campiotti (“Come due coccodrilli“) alla Archibugi (“L’albero delle pere“), da Ozpetek (“Harem Suare“) a Soldini (“Le acrobate“) trovano nello sguardo della Golino l’interprete ideale per personaggi di donne belle e tormentate. Da “Respiro” di Crialese a “La ragazza del lago” di Molaioli, da “La guerra di Mario” di Capuano a “Giulia non esce la sera” di Piccioni , da “La kryptonite nella borsa” di Cotroneo a “Il capitale umano” di Virzì (per segnalarne solo alcuni) Valeria Golino riesce sia da protagonista che da comprimaria a lasciare l’impronta nelle opere in cui lavora in una crescita artistica che trova in riconoscimenti come il Nastro d’Argento (per “Respiro” nel 2002) e il David di Donatello (due volte, per “La guerra di Mario” nel 2006 e per “Il capitale umano” nel 2014) la conferma del percorso evolutivo fatto in questi anni.

Nonostante tutti le dicessero di desistere l’attrice napoletana ha provato anche l’esperienza dietro la macchina da presa prima con un bel corto poetico ambientato a Napoli, “Armandino e il Madre“, poi con una storia cruda e interessante, che ha fatto discutere su un tema come l’eutanasia, come “Miele” con una sorprendente Jasmine Trinca, e anche in questo caso ricevendo riconoscimenti come Nastro d’Argento, Globo d’Oro, Ciak d’Oro e una menzione speciale al Festival di Cannes.
Ora c’è grande curiosità per la sua interpretazione in “Per amor vostro“ di Giuseppe Gaudino che la Golino ha co-prodotto con la Buena Onda, casa di produzione creata con Riccardo Scamarcio, e prodotto dalla Figli del Bronx di Gaetano Di Vaio con Dario Formisano e la francese Anne Dominique Poussant: il film dovrebbe essere distribuito dalla Minerva Pictures di Gianluca Curti…l’attendiamo in sala anche perché come sottolineato dalla Golino vedere un film di Gaudino è purtroppo cosa rara.



