NAPOLInelCINEMA

Napoli è Cinema…fa Cinema…ispira il Cinema

Cinema ItalianoFilmRecensioni

“Come Romeo e Gulietta”, l’amore salvifico nel film di Giuseppe Alessio Nuzzo

condividi articolo

Quando si pensa a un titolo Come Romeo e Giulietta, l’immaginario corre subito all’opera di Shakespeare: passione, destino, tragedia. Ma nel film di Giuseppe Alessio Nuzzo, al cinema dal 9 ottobre, quell’archetipo diventa solo il punto di partenza per un viaggio nell’amore reale, fragile eppure ostinato, liberamente ispirato alla vera storia di Teresa Paganelli, una delle prime donne al mondo a convivere per oltre vent’anni con l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA).

Non è la prima volta che il regista si confronta con questa storia: già nel 2014, nel documentario Normale #lavita, aveva raccontato la quotidianità e la forza interiore di Teresa, costruendo un ritratto intimo e autentico. Con Come Romeo e Giulietta, Nuzzo sceglie ora la via del racconto cinematografico per amplificare quella testimonianza, trasformandola in una riflessione universale sull’amore e sulla resilienza.

Scritta insieme a Giovanni Mazzitelli, la sceneggiatura attinge alla drammaturgia shakespeariana, ma sovvertendola: qui non ci sono famiglie in guerra ma paradossalmente e inconsapevolmente complici, non destini segnati ma ostacoli moderni — la malattia, i pregiudizi. Come Romeo e Giulietta non è tanto “la storia di due amanti”, quanto “la storia di come” l’amore possa sopravvivere ai limiti del corpo e dello sguardo altrui…un inno alla forza salvifica dell’amore.

Protagonisti del film sono Maria Sole Pollio e Mauro Racanati, nei panni di Federica e Riccardo, in una prova attoriale dal grande e lodevole dispendio fisico e mentale. Accanto a loro Giovanna Sannino, Lia Careddu, Luciano Curreli e la partecipazione di Gigi Savoia. Le ambientazioni si dividono fra Napoli e Sassari, due città simbolicamente differenti e complementari, che il regista trasforma in un dialogo visivo fra radici e libertà.

La poetica della normalità

Giuseppe Alessio Nuzzo conferma il suo interesse per il confine tra realtà e sentimento, già emerso nei due film precedenti (Le verità – Quel posto nel tempo). Qui, però, il tono si fa più intimo. La “normalità” — già parola chiave del documentario del 2014 — diventa la bussola del racconto: normalità come desiderio di vivere, amare, essere visti per ciò che si è, non per ciò che manca o che condiziona la propria esistenza.

Il film evita il pietismo e costruisce una narrazione in cui la fragilità, non solo fisica, è una forma di bellezza. La macchina da presa accarezza i corpi, i silenzi, in alcuni casi esaspera la teatralità, nella prima parte del film, per poi abbandonarsi alla poesia di un gesto semplice, nell’approssimarsi del finale della storia in cui i protagonisti mostrano la loro disabilità fisica amplificando, di contro, la loro “normalità” emozionale.

Atmosfere e sonorità

La fotografia di Come Romeo e Giulietta si muove tra chiaroscuri mediterranei e atmosfere sospese: Napoli e Sassari diventano lo specchio interiore dei protagonisti, luoghi dove l’amore è una resistenza quotidiana.

Da non sottovalutare i cambi di ritmo della narrazione a cui contribuisce la colonna sonora, con le canzoni di LDA (“Quello che fa male”, “Bandana”, “Rosso Lampone”, “Se poi domani”) e le musiche originali realizzate dai compositori del Conservatorio di Rovigo sotto la supervisione di Marco Biscarini.

Le sonorità contemporanee del cantante napoletano permettono di avvicinare la storia a un pubblico giovane, senza snaturarne la delicatezza.

Un inno alla vita più che un melodramma sentimentale

Il romanticismo a tratti fin troppo levigato così come alcune svolte emotive che potrebbero risultare scontate, più che difetti narrativi sono particolari che a oltranza possono essere evidenziati o meno dall’occhio critico di turno. Tuttavia, è nella sincerità del suo sguardo che Come Romeo e Giulietta trova la propria forza. Nuzzo, al terzo lungometraggio, osa tecnicamente rispetto al passato mostrando un’evoluzione costante; non cerca la perfezione formale, ma l’autenticità — la stessa che lo aveva spinto, dieci anni fa, a raccontare Teresa Paganelli in un documentario asciutto e diretto…seppure lo sguardo registico risulti decisamente più maturo di allora.

Come Romeo e Giulietta, prodotto da Eduardo Angeloni per Antracine Film Industry e da Paradise Pictures, è un film che parla con dolcezza e coraggio, mescolando sogno e realtà per raccontare l’amore come atto di libertà. Non è un melodramma, ma un canto alla vita, un inno alla possibilità di amare anche — e forse soprattutto — quando tutto sembra negarlo. Un’opera che emoziona con la sua verità e sorprende con la sua forma, e che segna un ulteriore passo nella poetica di Nuzzo: quella di un autore che, nel racconto del dolore, cerca sempre la luce.

condividi articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *